27 novembre – RomaCammina nella faggeta di Oriolo Romano

Faggeta di Oriolo Romano

L'autunno in cammino

Questa domenica ci immergeremo nei boschi, nella natura e nella storia che caratterizzano il borgo di Oriolo Romano, una città di fondazione del 1560. 

Oriolo Romano si trova in quella che anticamente era la Selva Manziana, un’area da sempre ricca di boschi fitti ed impenetrabili dei Monti Sabatini intorno al Lago di Bracciano, che il popolo etrusco sapeva ben utilizzare non solo per il legno ed il carbone, ma anche come difesa da probabili attacchi dell’esercito romano.
Intorno alla metà del XVI secolo, Giorgio Santacroce, avuto in dono il feudo dagli Orsini, disboscò la selva Mantiana, chiamando dei coloni in prevalenza umbri secondo un progetto di bonifica agroforestale e ponendosi come obiettivo la creazione di una città felice, secondo una particolare  sistemazione urbanistica, che viene completata quando il feudo viene venduto nel 1671 alla famiglia Altieri.
Il centro abitato contribuisce a formare quasi un unico e complesso giardino che si estende oltre il Palazzo Altieri Santacroce con dei viali alberati secondo un sistema di triangolazioni progettate dall’architetto Carlo Fontana affinché collegassero visivamente e mettessero in comunicazione alcune emergenze del luogo come il Convento dei Cappuccini e l’abitato di Montevirginio con Palazzo Altieri, riproponendo probabilmente in chiave paesaggistica un discorso iniziato e collaudato a Roma ai tempi di Papa Sisto V 

La mattina partendo dal paese ed attraversando via Borgo Garibaldi faremo un percorso ad anello che attraverserà la faggeta vetusta di Monte Raschio, che ha ottenuto l’iscrizione nella World Heritage List dell’UNESCO.
Nel pomeriggio, r
itornati al punto di partenza e dopo la pausa pranzo, potremo scoprire i percorsi alberati più urbani (le Olmate) che caratterizzano l’impianto urbanistico di Oriolo. Infine visiteremo il Palazzo Santacroce-Altieri residenza nobiliare fulcro di tutto l’impianto insediativo che contiene anche la galleria di ritratti di tutti i papi della Chiesa cattolica.

Appuntamento

ore 10.20
ORIOLO ROMANO - piazza Claudia (nei pressi della Chiesa di S. Giorgio)
(CLICCA sull'icona per la mappa)

Mezzi di trasporto

SUL TRENO CON LO STAFF
linea FL3 Roma - Viterbo
andata: partenze da Roma Tiburtina 8.38 | Roma Tuscolana 8.44 | Roma Ostiense 8.52 | Roma Trastevere 8.56 | Roma San Pietro 9.03 - arrivo 10.10
ritorno: partenze da Oriolo Romano 15.26 o 17.26

AUTO PROPRIA
possibile parcheggio in via Fontana Vecchia

Staff tecnico

Donatella (347.4447631)
Sabrina (347.7065221)
Alessandra (338.3664726)

programma

ore 10.30
partenza della camminata

ore 13.30 circa
conclusione e pranzo al sacco (o possibilità in loco presso Risto Bar)

pomeriggio
visita di Oriolo e del Palazzo Altieri (ingresso 5,00 €)

DIFFICOLTÀ MEDIO-FACILE

La camminata ha una lunghezza totale di 9 km circa e supera un dislivello complessivo di circa 250 m.
(CLICCA sull'icona per verificare le caratteristiche e le descrizioni dei vari livelli di difficoltà)

Costo

10,00 €
attività riservata ai soci di RomaCammina

La Faggeta di Monte Raschio (Oriolo Romano) è una delle località più importanti in cui scoprire le faggete “depresse” dell’Appennino centrale e, in particolare, dei rilievi vulcanici del Lazio.

Situato nel Parco Naturale Regionale di Bracciano-Martignano dal 2017 è patrimonio mondiale naturalistico dell’Unesco.
Da un punto di vista bio-geografico, Monte Raschio si distingue dalle altre faggete per un insolito particolare: la faggeta vetusta si estende infatti tra i 400-550 m, a quote eccezionalmente basse rispetto alle attuali faggete appenniniche (700-1.000 m di altitudine).

La Faggeta di Oriolo risulta essere uno dei rari siti residui di faggio europeo a bassa quota in ambiente mediterraneo che testimonia le migrazioni della specie per adattarsi ai cambiamenti climatici dal passato sino ai nostri giorni.
La presenza del faggio è resa possibile, oltre che dalla volontà di conservazione delle popolazioni locali, anche da un virtuoso ciclo degli elementi instaurato dal faggio stesso con i fertili suoli vulcanici e con l’umidità proveniente dai vicini Lago di Bracciano e Mar Tirreno.
La particolare architettura della chioma e il fusto liscio, permettono al faggio di “catturare” l’umidità atmosferica e, quindi, di superare anche fattori ecologici quali la siccità che ne impedirebbe la sopravvivenza.

Oltre al faggio, nello strato arboreo inferiore sono presenti l’orniello, l’acero montano, l’acero campestre, l’agrifoglio, il ciavardello, il sorbo domestico e rarissimi l’olmo montano e la cerrosughera. Nello strato arbustivo si trovano soprattutto l’agrifoglio, il biancospino e il pungitopo; mentre lo strato erbaceo è caratterizzato da specie nemorali come l’anemone appenninica, le orchidee Neottia nidus-avis, Cephalanthera longifolia e Dactylorhiza maculata e la protetta Cardamine chelidonia. Negli impluvi più significativi sono presenti piccoli nuclei di carpino bianco e nocciolo.

Lo staff che ha curato sopralluoghi e logistica

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